Commercio estero
dell'Emilia-Romagna
Commercio estero
dell'Emilia-Romagna
La filiera della meccanica in Emilia-Romagna rappresenta un caso di eccellenza internazionale, un cluster altamente competitivo articolato in molteplici settori e sub-settori, caratterizzato da significativi "campioni" di rilevanza mondiale e da numerose imprese medie e piccole altamente specializzate e leader nelle rispettive nicchie di mercato. La meccanica è diffusa su tutto il territorio regionale; più che di filiera sarebbe corretto ragionare nei termini di una specializzazione produttiva che in qualche modo rappresenta lo scheletro del sistema economico regionale in virtù della trasversalità delle produzioni delle imprese meccaniche emiliano-romagnole: l’industria meccanica oltre a produrre beni finali famosi a livello internazionale (si pensi per esempio alle auto sportive), produce beni strumentali impiegati nell’ambito delle altre filiere produttive: l’agroalimentare (macchine per l’agricoltura e l’industria agroalimentare, per l’imballaggio), la ceramica e le costruzioni (macchine per il sollevamento e la movimentazione), la moda (macchine per l’industria tessile e abbigliamento), la salute (macchine per il biomedicale), fino alle più evolute diversificazioni nei settori della motoristica, della automazione industriale e robotica.
La filiera della Meccanica si caratterizza per un’alta vocazione al commercio estero, con un ampio saldo commerciale positivo. Nel 2020 l’Emilia-Romagna ha esportato beni per 32,6 miliardi di euro (a prezzi correnti), il 53,4% dell’export totale della regione. All’interno della filiera, la metà delle vendite all’estero sono state realizzate dal comparto di Macchinari e apparecchi (50,8%), seguito dagli Autoveicoli e rimorchi (18,6%). Nel 2020, tutti i comparti hanno subito gli effetti negativi del rallentamento dei flussi commerciali esteri, con la sola eccezione degli altri mezzi di trasporto.
La filiera dell’agroalimentare in Emilia-Romagna rappresenta un cluster di eccellenza internazionale capace di conciliare tradizione e innovazione raggiungendo alti standard qualitativi e di sicurezza dei prodotti. Nella sua accezione ‘core’, la filiera comprende una molteplicità di comparti e produzioni, inerenti il settore primario e la parte tradizionale di trasformazione dei prodotti agricoli, zootecnici e della pesca. La versione ‘allargata’ della filiera, invece, include anche i settori della meccanica e tecnologia in genere ad essa finalizzate, come ad esempio la costruzione di trattori e macchine per l’agricoltura, di macchinari per la trasformazione degli alimenti e delle bevande, di macchine automatiche per la confezione e l’imballaggio, settori che ne hanno alimentato il livello di specializzazione e competitività nel mondo.
Nel 2020 la filiera agroalimentare ‘core’ dell'Emilia-Romagna ha esportato beni per quasi 6,9 miliardi di euro (a prezzi correnti), pari all'11,2% dell'export totale regionale. Se si adotta un approccio più inclusivo per la definizione della filiera allargata, ovvero includendo anche i settori del Tabacco, degli Agrofarmaci e delle Macchine per agricoltura, l’export totale raggiunge quasi 9,6miliardi di euro a prezzi correnti (pari al 15,7% dell'export totale regionale). A livello merceologico, il 56,6% dell’export totale della filiera allargata in Emilia-Romagna ha riguardato i Prodotti alimentari, seguiti dal Tabacco (15,7%), dalle Macchine per l’agricoltura (11,5%) e dai Prodotti dell’agricoltura (9,6%).
La dinamica dell'ultimo anno ha evidenziato una leggera contrazione dell'export a livello di filiera ristretta (-0,8% rispetto al 2019), mentre il bilancio diventa positivo (+2,9%) se si includono anche gli altri comparti della agroalimentare allargato. Tra questi ultimi, da segnalare in particolare la crescita - iniziata da alcuni anni - dell'export del settore del tabacco (+270,6 milioni di euro, pari al +21,8%) e quella delle macchine per l'agricoltura (+57,4 milioni di euro, +5,5%).
Il sistema Moda in Emilia-Romagna rappresenta un tassello importante dell’economia regionale, che fonda la propria competitività sulla qualità e il design, le specializzazioni territoriali, i grandi marchi, la capacità di penetrare i mercati internazionali. Le imprese della Moda sono diffuse su tutto il territorio regionale e sono organizzate secondo una logica di filiera produttiva: le attività tendono quindi a coprire tutte le fasi di vita del prodotto - dalla produzione al commercio fino ad alcuni particolari altri servizi - facendo sistema tra di loro.
Nel 2020 la filiera della Moda dell'Emilia-Romagna ha esportato beni per 6,2 miliardi di euro (a prezzi correnti), pari al 10,2% dell'export totale regionale. A livello merceologico, il 64,4% dell’export totale della Moda in Emilia-Romagna si concentra nei prodotti dell’Abbigliamento, il 26,9% nelle Calzature, accessori, l’8,0% nei Protti tessili. Rispetto al 2019, solo il comparto della gioielleria e bigiotteria - che però rappresenta una quota residuale in termini di export complessivo (meno dell'1% della filiera) - non è stato interessato dalla riduzione delle vendite all'estero.
La filiera della salute e del benessere ricomprende tutti i prodotti e servizi volti ad intervenire da un lato sulla dimensione sanitaria, dall’altro che agiscono sulle persone in salute che vogliano dedicarsi alla cura della propria condizione psico-fisica per migliorare il benessere generale e dunque la qualità della vita. In questo senso la filiera ricomprende accanto al settore della Sanità e Assistenza sociale privata, del Biomedicale (apparecchi elettromedicali, protesi ortopediche e dentarie) e della Farmaceutica, anche quello più ampio ed eterogeneo del Benessere, declinato essenzialmente nei tre comparti del fitness, dei prodotti e trattamenti per la cura del corpo e dell’alimentazione.
Nel 2020 la filiera della Salute e del Benessere dell'Emilia-Romagna ha esportato beni per quasi 3,6 miliardi di euro (a prezzi correnti), pari al 5,8% dell'export totale regionale. A livello merceologico, il 55,3% dell’export totale della filiera in Emilia-Romagna è rappresentato da Prodotti farmaceutici, seguiti dai Prodotti per il benessere (22,7%) e dai Prodotti biomedicali (22,0%).
Anche nell'anno della pandemia le vendite estere della filiera hanno proseguito il trend positivo, con un aumento di 248 milioni di euro (+7,5% rispetto al 2019). La dinamica positiva a livello di filiera è stata trainata interamente dal comparto dei prodotti farmaceutici, il cui export è cresciuto di oltre 414 milioni di euro (+26,5%), riuscendo ad assorbire interamente la riduzione degli altri due comparti: -16,0% per i prodotti per il benessere e -1,6% per quelli biomedicali.
Il sistema dell’abitare è molto rilevante nell’economia regionale e comprende i settori produttivi che riguardano la progettazione, la riqualificazione e la costruzione di edifici e il settore dell'arredamento, includendo anche la produzione dei macchinari necessari a tali attività e i servizi annessi.
Nel 2020 la filiera dell’Abitare e delle Costruzioni dell'Emilia-Romagna ha esportato beni per quasi 5,3 miliardi di euro (a prezzi correnti), pari all’8,6% dell'export totale regionale. A livello merceologico, il 68,9% dell’export totale della filiera in Emilia-Romagna ha riguardato il comparto della Ceramica, seguito dai prodotti dell’Edilizia (17,9%) e dal comparto del Legno e del mobile (13,2%).
Nell'ultimo anno le esportazioni della filiera regionale hanno visto ridursi il flusso commerciale di 237 milioni di euro (-4,3% rispetto al 2019). Tale dinamica è stata condizionata in particolare dalla contrazione subita dal comparto dell'edilizia (-13,2%) e da quello ceramico (-2,7%), mentre le esportazioni del Legno e mobile hanno chiuso l'anno con una leggera crescita (+1,3%).